Le avventure di Nate the Great su MLOL

Marjorie Weinman Sharmat (1928 – 2019) è stata una prolifica scrittrice statunitense, autrice di 130 libri per bambini e ragazzi tradotti in diverse lingue, molti dei quali nominati libro dell’anno dalla Library of Congress e spesso selezionati dalla Literary Guild.
Nelle sue prime interviste raccontò che il suo sogno di bambina era quello di diventare scrittrice, detective o domatore di leoni. Non domò mai i leoni, ma già all’età di otto anni si mise d’impegno per realizzare suoi desideri: insieme ad un amico pubblicò The Snooper’s Gazette, un giornale di spionaggio, fatto di notizie raccolte ascoltando, di nascosto, le conversazioni degli adulti.
In seguito, Marjorie Weinman Sharmat fece della scrittura la sua professione e non ci sorprende, viste le premesse, che il più noto dei suoi personaggi sia proprio un detective, che, a partire dal 1972 – anno di pubblicazione del primo titolo – divenne il beniamino dei bambini fra i 4 e i 10 anni.

Ci riferiamo a Nate the Great, protagonista della serie omonima: un bambino detective, dallo sguardo concentrato, che indossa un trench giallo e un cappello in stile Sherlock Holmes, che adora i pancake e, con l’aiuto del suo cane Sludge, cattura sempre i colpevoli. Il dettaglio del cappello alla Sherlock Holmes fu un’idea dell’illustratore Marc Simont – vincitore della Caldecott Medal 1957 – che disegnò i primi 20 titoli della serie. Continua a leggere

L’America di Colson Whitehead

Colson Whitehead deve la propria fama allo splendido romanzo La ferrovia sotterranea, vincitore sia del National Book Award (2016) che del premio Pulitzer (2017): un racconto fantastico e ucronico in cui la rete clandestina antischiavista, che nel XIX secolo aiutava gli schiavi neri a fuggire verso Nord, si trasforma in una vera e propria ferrovia.

Nel 2020, Whitehead si è aggiudicato di nuovo il Pulitzer per la Narrativa con I ragazzi della Nickel che, pur essendo ambientato nel passato, negli anni ‘60 della segregazione e delle lotte per i diritti civili, è testimonianza di come e perché il razzismo, ancora oggi, sia così radicato, forte e vitale negli Stati Uniti. I libri sulla storia ci aiutano da sempre a capire il presente, e quelli di Whitehead ci consentono di comprendere l’attuale clima culturale e sociale, gli scontri e le manifestazioni contro la violenza sistemica verso gli Afro-Americani. Nel romanzo La ferrovia sotterranea, l’autore ci raccontava di come i bianchi attraverso la schiavitù avessero consolidato il proprio potere e i propri privilegi ai danni dei neri; con il nuovo libro, dimostra come il razzismo in America sia stato (e sia) un’attività organizzata e codificata.

I ragazzi della Nickel si ispira a una storia vera, quella della Arthur G. Dozier School for Boys, un riformatorio in una piccola cittadina della Florida che ha chiuso i battenti solo nel 2011, noto per i suoi abusi fisici, mentali e sessuali e responsabile di ben 81 morti: dozzine di corpi furono trovati durante degli scavi archeologici nel 2012, sepolti nei terreni della scuola. I personaggi e i fatti raccontati nel romanzo sono d’invenzione, ma molto fedeli a quello che accadde in quella istituzione.  I due protagonisti sono due ragazzi della Nickel: Elwood e Turner.

Elwood Curtis cresce ai tempi di Brown vs Board of Education e ascolta i discorsi di Martin Luther King assorbendo ogni sua parola. Crede nel futuro prospettato da M.L. King, si impegna e ottiene Continua a leggere

Libri al rogo – Pierluigi Battista

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Il 10 maggio 1933 le autorità naziste, al culmine di una campagna propagandistica per la “purificazione della cultura tedesca”, danno al rogo migliaia di opere considerate non conformi all’ideologia del regime.

È l’inizio de facto della censura di Stato. Furono bruciate opere di autori di origine ebraica, Albert Einstein, ad esempio, o di differenti sensibilità politiche quali, per citarne solo alcune, Karl Marx, Friedrich Engels, Georg Lukács, Rosa Luxemburg, Lenin, Trockij, fondatori del Comunismo. Ad essi si aggiungono altre grandi personalità della letteratura e delle scienza: André Gide, Arthur Schnitzler, Bertolt Brecht, Charles Darwin, Émile Zola, Ernest Hemingway, Franz Kafka, H. G. Wells, Hermann Hesse, Jack London, James Joyce, John Dos Passos, Karl Kraus, Maksim Gor’kij, Marcel Proust, Robert Musil, Sigmund Freud, Walter Benjamin, Thomas Mann, Vladimir Majakovskij e altri ancora. Continua a leggere

Entrate nelle pagine per uscire dai muri

Questo periodo di quarantena ci ha allontanati fisicamente, ma ci ha portati a condividere più di prima pensieri ed emozioni, a ricercare il contatto e a porre maggior cura nelle nostre relazioni, seppur nella distanza: quelle con amici e familiari, quelle con gli utenti delle nostre biblioteche, quelle con i lettori di questo blog. Ecco che una nostra lettrice ha deciso di inviarci un contributo, che volentieri condividiamo con tutti voi: una dichiarazione d’amore per i libri e la lettura, amore che possiamo continuare a coltivare in questi giorni anche grazie a MLOL.

Cari lettori, ora più che mai, in questa dolorosa situazione che tutti noi condividiamo, MLOL si rivela una straordinaria risorsa.
Interi scaffali di libri a nostra disposizione, direttamente da casa. Pensate, è un po’ come immergersi in una biblioteca ma immensa, muoversi liberamente, andare verso un ripiano, leggere qualche titolo, poi cambiare idea e correre dalla parte opposta. Incappare in Manzoni che prova a lanciarvi in mano il suo capolavoro, scegliere se accettare la sfida o rimandare, inciampare nelle tazze rotte lasciate cadere dal Cappellaio Matto andando così rovinosamente a scontrarsi con Poirot alle prese con il delicato funzionamento delle sue celluline grigie.

E con questo mondo di libri davanti a noi, l’invito è quello di sederci sul divano e iniziare a leggerne uno per placare quel bisogno di tornare a toccare il mondo. Perché, citando la poetessa Emily Dickinson «Nessun vascello c’è che come un libro possa portarci in contrade lontane».

Qualche consiglio?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Giulio Regeni: la necessità della verità

In tempi di quarantena e di sfide difficilissime da affrontare, la lettura costituisce un’ottima arma per distrarsi e rigenerarsi, per viaggiare pur stando in casa e soprattutto per tenere aperti gli occhi su un mondo in continua evoluzione.

Fra i temi di più scottante attualità, è la vicenda di Giulio Regeni quella su cui vorremmo soffermarci. Sì, perché la storia di Giulio, dottorando di ricerca presso l’Università di Cambridge, trovato cadavere il 25 gennaio 2016 in una strada del Cairo, non può essere dimenticata. Lo chiedono a gran voce i genitori, Claudio e Paola Regeni, i quali, assieme al loro legale Alessandra Ballerini, hanno deciso di raccontare in un libro la vicenda del figlio affinché sia fatta piena luce e i colpevoli assicurati alla giustizia.

In Giulio fa cose, edito da Feltrinelli, i genitori raccontano di come non abbiano ancora ricevuto risposta né dall’Egitto, che, anzi, continua a depistare e sabotare le indagini, né dalla mondo della politica che per salvaguardare i rapporti economici con il paese africano ha chiuso più di un occhio sull’omicidio del ricercatore nato a Trieste e cresciuto a Fiumicello in Friuli Venezia Giulia.
Non ha risposto neppure l’Europa alla quale Giulio si sentiva legato. Egli, infatti, si considerava un cittadino europeo e non ha a caso aveva conseguito la laurea a Leeds e un master a Cambridge. E proprio per un dottorato, ancora a Cambridge, si era recato in Egitto con lo scopo di studiarne gli aspetti socio-economici e in particolare le tematiche sindacali. Ma Giulio è stato tradito dalle persone che dovevano accompagnarlo in questo importante percorso. Continua a leggere