Il Moog: invenzione rivoluzionaria

L’album Bach to Moog, pubblicato nel 2015, celebra il decennale della morte dell’ingegnere Robert Moog, noto per essere stato l’inventore del primo sintetizzatore elettronico a tastiera: il Moog per l’appunto. Si trattò di un’invenzione rivoluzionaria destinata ad entrare in modo dirompente nella storia della musica a partire dagli anni Sessanta. Prodotto dapprima in versione multimodulare, piuttosto ingombrante e riservata all’uso in sala discografica, venne poi realizzato nel formato ridotto “da viaggio”, con l’appellativo di MiniMoog.


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Il jazzista Sun Ra utilizzò per primo questo modello, disponendo del prototipo donatogli prima della commercializzazione dall’inventore stesso nel 1965. La sua produzione musicale fu particolarmente ispirata da questo strumento che gli permetteva di improvvisare le lunghe esplorazioni sonore tipiche del free jazz.
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Say plays Say ovvero la musica di Fazil Say

Il compact disc Say plays Say del pianista e compositore turco Fazil Say,  pubblicato dalla casa discografica Naïve nel 2014, ha recentemente ottenuto 5 stelle per merito artistico e tecnico dalla rivista Amadeus.

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Noto per la sua venticinquennale carriera artistica di solista e per lo straordinario talento pianistico, Fazil Say studia dapprima con Mithat Fenmen, rivelando in breve tempo immense doti di esecutore e di improvvisatore; successivamente, in Germania con David Levine, Fazil perfeziona la propria tecnica in modo da poter eseguire agevolmente le opere pianistiche più complesse del repertorio. La fusione di virtuosismo e raffinatezza interpretativa gli fa vincere il concorso Young Concert Artist  di New York nel 1994 e da quel momento Fazil diventa uno dei pianisti maggiormente acclamati internazionalmente. Continua a leggere

Ricerca musicale e grandi interpretazioni: Philippe Jaroussky

Philippe Jaroussky, giovane controtenore francese dalla carriera travolgente, è da tempo acclamato dal pubblico e dalla critica per le sue straordinarie qualità di interprete vocale. La sua formazione musicale è assolutamente solida, essendosi dedicato fin da bambino allo studio del violino e del pianoforte al Conservatorio di Versailles, per specializzarsi successivamente in canto al Conservatorio di Parigi. Il repertorio nel quale eccelle è indubbiamente quello barocco pur non mancando incursioni nella musica francese per canto e pianoforte del XIX secolo e nella musica contemporanea.

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La musica in Murakami

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Nei romanzi di Haruki Murakami la musica rappresenta spesso un punto fermo attorno al quale si dipanano le trame: i protagonisti sono soggiogati da un tema, da una melodia, bloccati come in un fermo immagine su una frase melodica che ricorre in tutta la vicenda. Nel suo ultimo romanzo, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, ad esempio, un flash musicale scatena all’improvviso nel protagonista – con un vago sapore proustiano – una tristezza apparentemente senza ragione, associata al ricordo dell’amica Shiro che suona un brano al pianoforte.

Nella sua mente viene focalizzata improvvisamente l’immagine dei piccoli piedi di Shiro che premono il pedale, dei suoi polpacci bianchi e lisci come porcellana, ed egli viene travolto dal dolore più profondo. Ascoltando questo pezzo, come il protagonista Tsukuru, ci si sente avvolti in una melodia malinconica che egli descrive così:

Era una musica piena di pathos, eppure quieta. Un tema lento, suggestivo, all’inizio suonato su note singole, poi tranquille variazioni.
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