1919-2019: un secolo di Bauhaus

Correva l’anno 1919: nella neonata Repubblica di Weimar, sorta sulle macerie della prima guerra mondiale, prese avvio una delle avventure artistico-culturali più straordinarie di inizio secolo. La città di Goethe e Schiller, simbolo del classicismo tedesco, divenne culla di una rinascita civile che intendeva prendere le distanze dal rigido militarismo che aveva caratterizzato il dissolto impero del Kaiser.Bauhaus logoIn questo quadro socio-politico, l’architetto Walter Gropius elaborò un rivoluzionario progetto pedagogico rivolto ai giovani: a suo modo di vedere, l’esercizio del talento artigianale, unito all’addestramento dello spirito, avrebbe saputo dar vita, attraverso le arti, a una comunità nuova. Fu questa scintilla a innescare l’originale esperienza del Bauhaus.

La scuola del Bauhaus impegnò appassionatamente, fra contrasti e contraddizioni, i migliori talenti artistici del periodo: Johannes Itten, Paul Klee, Wasilij Kandinsky, Oskar Schlemmer, Ladzlo Moholy-Nagy, Mies van der Rohe, Lyonel Feininger e poi scultori, costumisti, grafici e moltissimi artigiani. Direttori, maestri, allievi si ritrovarono coinvolti in un’esperienza totalizzante, mossi dall’entusiasmo di lavorare alla costruzione della nuova “opera d’arte unitaria” del futuro.

Nella concezione di Gropius, “la scuola è al servizio dell’officina e un giorno dovrà risolversi in essa. Perciò al Bauhaus non ci saranno insegnanti e studenti, ma maestri, lavoranti e apprendisti”. L’insegnamento dell’architettura venne per i primi anni lasciata da parte: ci si concentrò invece sulla produzione di “cose di uso quotidiano, che devono essere semplici, funzionali e ben fatte”. L’esperienza del Bauhaus è considerata fondamentale per la nascita del design: molti degli oggetti di arredamento progettati al suo interno rappresentano dei modelli ancora oggi ammirati e imitati.

Marianne brandt, teiere, 1924 (cropped)

Marianne Brandt: Teiera – WikiMedia Commons – P.D.

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I maestri dell’illustrazione botanica del XVIII secolo

I libri di scienza odierni sono ricchi di fotografie dettagliate, scattate sia con obiettivi macro che con microscopi elettronici, che consentono di cogliere e studiare dettagli altrimenti invisibili ad occhio nudo e svelano a tutti l’infinitamente piccolo: particolari di stami, di cellule o embrioni. Prima dell’invenzione della fotografia, il compito di svelare, testimoniare e registrare visivamente le specie vegetali e animali era affidato invece all’illustrazione botanica o zoologica, al lavoro di artisti e illustratori con specifiche abilità, quale l’attenzione al dettaglio ad esempio, e conoscenze tecniche in ambito naturalistico.

La pratica dell’illustrazione botanica, cioè l’arte di dipingere le forme, i colori e i dettagli della flora, viene fatta risalire al I secolo, quando Dioscoride Pedanio – medico, botanico e farmacista greco che esercitò a Roma ai tempi dell’imperatore Nerone – scrisse il De Materia Medica, arricchendolo di illustrazioni che consentivano ai suoi lettori di identificare le piante utilizzate in campo medico (la copia qui sopra proviene dalla collezione della Bodleian Library). Fu però nel XVIII secolo che, grazie ai progressi fatti dalla stampa, alla sua maggiore accuratezza nei colori e nei dettagli, quella dell’illustratore divenne una professione di tutto rispetto.

Sfogliando la sezione open di MLOL è possibile ammirare le opere – sia le singole tavole che intere monografie o riviste – di illustratori di quel particolare periodo storico, considerati i maestri dell’illustrazione botanica, grazie al paziente lavoro di digitalizzazione e all’accesso libero garantito da importanti istituzioni quali il Missouri Botanical Garden, la Biodiversity Heritage Library, il Metropolitan Museum of Art o il progetto Old Book Illustrations.

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Maria Sibylla Merian – CC BY 3.0 – via Wikimedia Commons

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La biblioteca della biodiversità

La collezione di banche dati della sezione open di MLOL ne ospita una particolarmente interessante: la Biodiversity Heritage Library, la biblioteca digitale ad accesso aperto più grande del mondo per quanto riguarda la letteratura e gli archivi sulla biodiversità.

Di fatto la BHL fornisce accesso gratuito  a tutti e a livello mondiale alla documentazione sulle specie terrestri e alla conoscenza relativa alla vita sulla terra, rimuovendo qualsiasi ostacolo alla visibilità di informazioni che sono fondamentali per lo studio della biodiversità e per la comprensione degli ecosistemi complessi che, in questa fase di cambiamento climatico diffuso, rischiano trasformazioni di grande impatto se non addirittura l’estinzione.

Specificamente la BHL offre l’accesso gratuito a centinaia di migliaia di volumi, dal XV al XXI secolo, comprendenti oltre 55 milioni di pagine. Non si tratta solo di documenti di pubblico dominio, ma anche di materiali che erano protetti da copyright per i quali la BHL ha ottenuto, dai titolari dei diritti, il permesso di renderli i disponibili pubblicamente sotto licenze Creative Commons. Continua a leggere

Finestre sull’arte: parlare d’arte a tutti

“Siamo convinti che l’arte appartenga a tutti e dunque tutti debbano essere in grado di comprenderla al meglio”

Finestre sull’arte è un progetto di divulgazione storico-artistica nato nel 2009 da un’idea di Ilaria Baratta e Federico Diamanti Giannini.

Non c’era ai tempi nessun progetto divulgativo, sistematico e di qualità, capace di fornire le basi utili per avvicinarsi all’arte e ai luoghi della cultura ma anche di parlare d’arte a tutti, in modo chiaro e comprensibile.
I due giovani divulgatori pensarono che il canale più idoneo per diffondere la conoscenza fosse la rete e scelsero di creare un sito di podcast.
Nel corso degli anni sono state registrate centinaia di puntate dedicate ciascuna ad un artista o a un gruppo di artisti, vissuti fra il Duecento e l’Ottocento.
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L’arte e la poesia dei corti per l’infanzia

L’offerta di film d’animazione per bambini non manca di certo, dalla tv generalista ai canali specializzati, dai servizi on demand alla rete, la quantità di titoli è davvero astronomica!
Non sempre, però, la qualità artistica è assicurata e nemmeno la loro idoneità per le diverse fasce d’età. E così scegliere il video giusto per i piccoli di casa o anche per l’attività didattica diventa davvero difficile.

Un gruppo di insegnanti, produttori e creatori di film d’animazione, che nel ruolo di genitori avevano sperimentato personalmente la difficoltà della scelta, ha pensato di creare un portale nel quale raccogliere video d’animazione gratuiti scelti fra quelli sparsi nella rete: Films pour enfants.
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