Henri Cartier-Bresson: il Novecento in uno scatto

Vi siete mai domandati che cosa accumuna la fotografia alle altre arti visive? Cosa può restituire della realtà? Quali funzioni sociali può trasmettere?

Molteplici e convergenti possono essere le risposte e la vita di Henri Cartier-Bresson, pioniere del fotogiornalismo e teorico dell’ “istante decisivo”, lo dimostra. Nato nel 1908 a Chanteloup, una cittadina non troppo distante da Parigi, da una famiglia dell’alta borghesia, il futuro fotografo subisce presto il fascino della pittura e viene introdotto negli ambienti surrealisti. Solo successivamente, a partire dagli anni Trenta del Novecento, si avvicina alla fotografia, grazie a uno scatto di Martin Munkácsi che gli fa capire come attraverso una macchinetta (come, del resto, anche attraverso un pennello) è possibile cogliere “l’istante della vita che vibra”. Ce lo racconta lui stesso in una intervista riproposta da Alessandra Mauro nel breve ritratto realizzato per Wikiradio nell’agosto del 2013: “La fotografia può fissare l’eternità di un attimo”. Da allora la Leica, la celebre macchinetta che ha contraddistinto l’opera di altri grandi della fotografia come Robert Capa – con cui Bresson, nel 1947, fonderà l’agenzia Magnum – non lo lascerà più e lo accompagnerà nei più svariati luoghi del mondo, dalla Cina al Messico, dal Canada agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica. Tra il 1951 e il 1973 compie anche numerosi viaggi in Italia. Ma Bresson è noto anche per aver immortalato importanti personalità della cultura, della poiltica e della società, da Albert Camus a Truman Capote, da Coco Chanel a Marcel Duchamp passando, per Martin Luther King, Marilyn Monroe, Richard Nixon, Ezra Pound, Jean Paul Sartre, Igor Stravinski, Robert Kennedy, Henri Matisse e i presidenti Dwight. D. Eisenhower, Harry S. Truman e Charles de Gaulle.

Alcuni di questi ritratti sono stati resi disponibili per la consultazione in rete dal Cleveland Museum of Art che ha digitalizzato parte della sua collezione mettendola a disposizione del grande pubblico. Li potete trovare su MLOL tra le risorse OPEN.

E sempre su MLOL potete trovare anche alcune digitalizzazioni del Moma (Museum of modern art) di New York – già organizzatore di due mostre dedicate al fotografo – che ha caricato, completamente in full text, il catalogo dei suoi primi lavori oltre ad altri interessanti pubblicazioni a tema.

Insomma, una miniera d’oro per tutti gli appassionati e per il pubblico che si avvicina per la prima volta alla sua opera caratterizzata da immediatezza, realismo e una continua osservazione dell’essere umano che si relaziona con il mondo circostante. Essa trova una sintesi compiuta nel suo primo libro Images à la sauvette, uscito nel 1952, che contiene alcune delle fotografie più note e la descrizione del suo modo di fare fotografia, ma illuminanti sono anche le ultime interviste che ha rilasciato, una a Giorgio Manacorda nel 1998 per Rai Teche, e l’altra a Richard Avedon nel 2000. Anche queste sono disponibili tra le risorse OPEN liberamente consultabili o scaricabili. Non resta, dunque, che iniziare questo viaggio nella storia della fotografia per rivivere il Novecento attraverso gli occhi di chi lo ha vissuto e immortalato.

Buona esplorazione!

Le avventure di Nate the Great su MLOL

Marjorie Weinman Sharmat (1928 – 2019) è stata una prolifica scrittrice statunitense, autrice di 130 libri per bambini e ragazzi tradotti in diverse lingue, molti dei quali nominati libro dell’anno dalla Library of Congress e spesso selezionati dalla Literary Guild.
Nelle sue prime interviste raccontò che il suo sogno di bambina era quello di diventare scrittrice, detective o domatore di leoni. Non domò mai i leoni, ma già all’età di otto anni si mise d’impegno per realizzare suoi desideri: insieme ad un amico pubblicò The Snooper’s Gazette, un giornale di spionaggio, fatto di notizie raccolte ascoltando, di nascosto, le conversazioni degli adulti.
In seguito, Marjorie Weinman Sharmat fece della scrittura la sua professione e non ci sorprende, viste le premesse, che il più noto dei suoi personaggi sia proprio un detective, che, a partire dal 1972 – anno di pubblicazione del primo titolo – divenne il beniamino dei bambini fra i 4 e i 10 anni.

Ci riferiamo a Nate the Great, protagonista della serie omonima: un bambino detective, dallo sguardo concentrato, che indossa un trench giallo e un cappello in stile Sherlock Holmes, che adora i pancake e, con l’aiuto del suo cane Sludge, cattura sempre i colpevoli. Il dettaglio del cappello alla Sherlock Holmes fu un’idea dell’illustratore Marc Simont – vincitore della Caldecott Medal 1957 – che disegnò i primi 20 titoli della serie. Continua a leggere

World Digital Library: conoscere le culture del mondo attraverso la Rete

Con questo nuovo post la redazione di BiblioMediaBlog desidera presentare una banca dati della sezione OPEN di MLOL particolarmente interessante e coinvolgente: la World Digital Library, la biblioteca digitale internazionale realizzata dalla Biblioteca del Congresso di Washington in collaborazione con le principali istituzioni culturali mondiali e con il supporto dell’UNESCO. Essa offre al grande pubblico la possibilità di scoprire ed esplorare gratuitamente sul web numerosi contenuti culturali, manoscritti, mappe, giornali e riviste, stampe e fotografie, registrazioni musicali e filmati provenienti da archivi, biblioteche e musei di tutto il mondo (una lista delle istituzioni aderenti al progetto la potete trovare qui), garantendo così un’esperienza sensoriale di ampio respiro. Lanciata nell’aprile 2009, la banca dati è disponibile in sette lingue (arabo, cinese, inglese, francese, portoghese, russo e spagnolo) e si pone l’obiettivo di rafforzare lo scambio multiculturale nonché fornire a docenti e studenti materiale per costruire percorsi didattici di approfondimento.

Il sito è studiato per offrire diverse modalità di navigazione a partire da un’interfaccia amichevole e accattivante. L’utente può scegliere, infatti, di iniziare la sua esplorazione o utilizzando il box di ricerca per parola chiave oppure navigando il menù a tendina, il quale propone una ricerca per luoghi geografici, periodi storici, argomenti, tipologie di oggetti digitali, lingua, istituzione culturale. Si possono consultare, inoltre, mappe o linee del tempo interattive dedicate a particolari eventi storici o culturali (Chinese Books, Manuscripts, Maps and Prints, Illuminated Manuscripts from Europe, Imperial Russia, United States History, World History, World War I) oppure sfogliare gli oggetti digitali segnalati dalla biblioteca digitale stessa (Featured Items, Recently Added Items).

World Digital Library 2

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I 150 anni della tavola di Mendeleev

Chiedete ad un chimico, o a chiunque abbia studiato la materia durante il liceo o all’università, chi fu l’inventore della tavola periodica. Quasi certamente la risposta sarà Mendeleev: in effetti fu proprio lo scienziato russo Dmitrij Ivanovic Mendeleev (1834-1907) a presentare per la prima volta, nel marzo del 1869, la Tavola periodica degli elementi, così come la conosciamo oggi.
Periodic table by Mendeleev, 1871

Ciò ovviamente non significa che non ci fossero stati tentativi precedenti di spiegare e sistematizzare il mondo della materia. I primi furono i Greci che già nel 400 A.C. avevano organizzato gli elementi terreni in quattro gruppi: aria, acqua, terra e fuoco. Continua a leggere

Esplorare il cinema

 

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È appena uscito un film che vi incuriosisce e non sapete in quale sala viene proiettato? State cercando delle recensioni per conoscere il giudizio della critica? Allora IMDb, Internet Movie Database, è il posto che fa per voi. Si tratta di una ricchissima banca dati, catalogata tra le risorse Open di MLOL, che permette di ricercare trailer dei film in uscita, le sale di proiezione, i nomi degli attori dei cast, film TV e perfino dati tecnici sulla produzione, senza dimenticare le classifiche del box office e i vincitori dei recenti Oscar. Continua a leggere