Il 10 maggio 1933 le autorità naziste, al culmine di una campagna propagandistica per la “purificazione della cultura tedesca”, danno al rogo migliaia di opere considerate non conformi all’ideologia del regime.
È l’inizio de facto della censura di Stato. Furono bruciate opere di autori di origine ebraica, Albert Einstein, ad esempio, o di differenti sensibilità politiche quali, per citarne solo alcune, Karl Marx, Friedrich Engels, Georg Lukács, Rosa Luxemburg, Lenin, Trockij, fondatori del Comunismo. Ad essi si aggiungono altre grandi personalità della letteratura e delle scienza: André Gide, Arthur Schnitzler, Bertolt Brecht, Charles Darwin, Émile Zola, Ernest Hemingway, Franz Kafka, H. G. Wells, Hermann Hesse, Jack London, James Joyce, John Dos Passos, Karl Kraus, Maksim Gor’kij, Marcel Proust, Robert Musil, Sigmund Freud, Walter Benjamin, Thomas Mann, Vladimir Majakovskij e altri ancora.
La redazione di BiblioMediaBlog vuole ricordare, anche in linea con la rassegna di pubbliche letture Libri salvati organizzata dall’AIB, questa drammatica vicenda suggerendo la lettura di Libri al rogo. La cultura e la guerra all’intolleranza del giornalista e scrittore Pierluigi Battista.
L’autore ci ricorda che i libri fanno paura perché disseminano conoscenza, inducono al pensiero libero e fanno ragionare. È questo che spaventa i grandi dittatori che, prima di diventare fanatici, sono stati dei grandi lettori e hanno ben compreso il potere sovversivo della parola. Nel suo saggio Battista cita moltissimi esempi, da Pol Pot, che aveva studiato alla Sorbona di Parigi ed era un lettore appassionato di Sartre, a Mao, che aveva fatto il bibliotecario a Pechino, senza dimenticare Hitler (la sua biblioteca personale comprendeva 16.000 volumi), Khomeini e – ricordiamo noi- ultimi in ordine di tempo, i militanti dell’ISIS che hanno distrutto migliaia di libri provenienti dalla biblioteca di Mosul perché considerati non consoni ai precetti dell’Islam.
“Chi ama i libri, ma ne è terrorizzato, attizza l’odio contro i libri liberi e pericolosi, veicoli di ogni eresia abominevole; ma “là dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli uomini” ed è soprattutto di questa “profezia” ottocentesca di Heinrich Heine che si dovrebbe far tesoro afferma il giornalista.
Oggi, almeno in Occidente, ai roghi in piazza, si sta sostituendo una censura più sottile ma non meno subdola, quella del “politicamente corretto” che altera testi, film, canzoni per non offendere la sensibilità contemporanea. Come se la libertà d’espressione potesse ammettere deroghe. È evidente che così non è, e che si rischia di sfociare in un fanatismo intollerante contro la tolleranza. Ecco perché non possono essere ammesse eccezioni di sorta.
Leggete questo libro, è un ottimo rimedio contro ogni tipo di intransigenza. Lo trovate in versione ebook sul portale MLOL. E se volete scoprire quali libri, che oggi circolano liberamente, sono stati oggetto di censura, qui trovate una lista dedicata.
Buona lettura!