Elizabeth Von Arnim

Highclere Castle (Downton Abbey)

Chi ama le serie televisive britanniche in costume conosce e probabilmente segue Downton Abbey, una produzione anglo-americana, ambientata nella tenuta dello Yorkshire del Conte Grantham, sul finire dell’età edoardiana. La serie racconta le vicende della famiglia Crawley e dei loro servitori a partire dal giorno dell’affondamento del Titanic e della scomparsa, a causa del naufragio, degli eredi diretti della proprietà. 

La cosa curiosa è che si deve proprio a questa serie televisiva la riscoperta, in ambito anglosassone, di una delle più grandi scrittrici dell’epoca. Nel secondo episodio della seconda serie, infatti, Molesley, domestico di Mathew Crawley e figlio di un giardiniere, dona un libro ad Anna, anche lei appartenente alla servitù e della quale è innamorato, nella speranza che un colloquio privato sulla vicende narrate nell’opera li possa avvicinare. Si tratta di Il Giardino di Elizabeth, un racconto sotto forma di diario che uscito nel 1898 venne ristampato 21 volte nel corso di un solo anno, scritto da Elizabeth Von Arnim. 

Nata Mary Annette Beauchamp in Australia, nel 1866, figlia di un mercante inglese, si trasferì in Inghilterra ancora bambina e in seguito studiò al Royal College of Music. Durante un viaggio in Italia, incontrò il conte Von Arnim che sposò. La coppia si trasferì in Germania e, nonostante il progressivo deterioramento del matrimonio, ebbe cinque figli. Abbandonata la città per la tenuta in Pomerania, Mary Annette rimase affascinata da quel luogo isolato e dal giardino circostante. Il giardino di Elizabeth (nome con cui firmerà le sue opere successive) nacque lì, ma in quello che apparentemente è un inno alla bellezza della natura non c’è nulla di idilliaco o pastorale. Nella cura dei fiori e delle piante, nel ritmo delle stagioni, nella fuga dalle regole imposte dai vincoli di classe e di genere, Elizabeth sente il desiderio e trova la forza di essere qualcosa di più di una buona moglie. E il giardino è  la rappresentazione poetica del conflitto tra desiderio di libertà e oppressione sociale. 

La Von Arnim trovò la sua indipendenza, e si affermò,  grazie alla scrittura e fu membro attivo della società letteraria dell’epoca: cugina di Katherine Mansfield, frequentò Edward Morgan ForsterHugh Walpole e Herbert George Wells. Pubblicò ventuno romanzi molto diversi fra loro, spaziando dalla commedia di evasione al thriller, ma tutti audaci, accomunati dal tema della fuga, del desiderio di emancipazione e di indipendenza femminile (che le valsero la definizione di scrittrice protofemminista), in cui i personaggi maschili, sempre sotto attacco, risultano tronfi e prepotenti. Romanzi caratterizzati da una scrittura limpida, arguta e intelligente e al tempo stesso attenta ai minimi dettagli della quotidianità.  

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Il suo romanzo più famoso probabilmente è Un incantevole aprile (1922), una commedia da cui è stato tratto anche un film. Quattro donne, appartenenti a classi sociali diverse, accomunate esclusivamente dall’insoddisfazione per la propria vita quotidiana, si incontrano in risposta ad un annuncio apparso su un quotidiano londinese e colgono l’opportunità di sfuggire al freddo clima inglese passando il mese di aprile in un castello medioevale sulla costa ligure, dividendo le spese. Mrs. Wilkins non si sente apprezzata dal marito, Mrs Arbuthnot disprezzando il lavoro del coniuge l’ha di fatto allontanato da sé, Mrs Fisher è vedova e vive solo di ricordi, Lady Caroline Dester è single ed è determinata a restare tale nonostante i suoi molti ammiratori. Tutte si aspettano di passare una vacanza tranquilla “tutta per sé” ma non prevedono l’effetto che quell’incantevole aprile avrà su di loro, riavvicinandole alla loro vera natura e restituendo loro una rinnovata familiarità con la gioia di vivere.  

Si dice che Vera (1921), invece, fosse il romanzo preferito dall’autrice, quello che riteneva fosse il più riuscito. Considerato anticipatore delle atmosfere inquietanti del thriller Rebecca, la prima moglie di Daphne Du Maurier (che Alfred Hitchcoch riprenderà nel celebre film omonimo) è una storia di morte, amore e violenza. Lucy, una ragazza ventenne docile e ingenua, dopo la morte improvvisa del padre a cui era molto legata, incontra Everard Wemyss, un uomo maturo a cui è morta da poco la moglie Vera. Offrendole protezione, ricoprendola di attenzioni, l’uomo la conquista e la plagia e la ragazza lo ricambia con una devozione assoluta  accettando di sposarlo. Ma quando andrà a vivere nella casa dove la prima moglie è morta, scoprirà chi è veramente l’uomo che ha sposato, conoscerà la sua arroganza, il suo egoismo, la ferocia e la verità sulla morte di Vera.

In MediaLibraryOnLine trovate i romanzi della Von Arnim, pubblicati in Italia da Bollati Boringhieri a partire dagli anni ‘90, nella sezione E-Book in Download, mentre le edizioni in lingua inglese, provenienti dal Gutenberg Project, sono disponibili in E-Book Open.

immagine di James Rintamaki.  Alcuni diritti riservati.