Hard-boiled: cose da duri nell’America letteraria degli Anni ’30

Con questo nuovo post vi invitiamo a riscoprire un genere che ha fatto la storia dell’America letteraria degli anni Venti e Trenta, l’hard-boiled. Pur appartenendo alla detective fiction – come del resto anche la variante francese del noir – il genere hard-boiled si contraddistingue per una descrizione cruda del crimine.
Protagonisti del genere sono dei detective privati che anziché limitarsi a risolvere i casi loro assegnati, sono soliti affrontare il pericolo in prima persona, rimanendo coinvolti in scontri violenti e utilizzando metodi di azione del tutto simili a quelli dei delinquenti coi quali si confrontano. Loro compagna d’azione è la pistola, utilizzata sempre senza esitazione alcuna.

Fin dalle origini il genere hard-boiled fu pubblicato sulle riviste pulp, come Black Mask – rivista culto della narrativa mistery americana-, da qui il nome pulps dato alle successive edizioni brossurate dei romanzi ed anche il termine pulp fiction, associato a questa variante del giallo investigativo.

Fra gli autori di spicco che collaborarono con le riviste pulp non possiamo non citare Dashiell Hammett, ma è su Raymond Chandler che desideriamo soffermarci. Considerato maestro fondatore del genere, con il suo stile conciso e pungente apre le porte degli spazi chiusi e degli ambienti misteriosi tipici del genere e crea storie che guardano verso l’esterno e tentano di dare un senso a un mondo moralmente ambiguo.
Il suo investigatore privato, Philip Marlowe, frequentatore dei bassifondi, in conflitto con l’ordine costituito, dedito alla difesa degli ultimi, sebbene sia un duro al pari degli investigatori dei pulp magazines, è un’anima sensibile. E così dopo aver eliminato un delinquente è facile che si chieda cosa lo abbia spinto al crimine o se abbia moglie e figli che soffriranno per la sua assenza.

In un giorno di pioggia (1935) è il primo racconto pubblicato da Chandler su Black Mask e già vi ritroviamo gli ambienti, le atmosfere, i personaggi e le tematiche del suo successivo mondo narrativo: “la genesi proprio di quel capolavoro chiamato Il grande sonno” , così l’ha definito Alan D. Altieri.

Sia nel Grande sonno (1939) che in Addio mia amata (1940) il detective si muove in una Los Angeles ricca e corrotta, tra violenza e illegalità, ricatti e delitti, bar fumosi e marciapiedi umidi di pioggia sulle tracce di una persona scomparsa.
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Le trame ben costruite dei due romanzi citati e un protagonista originale come il suo – determinato, esistenzialista, sentimentale e solo apparentemente cinico – non potevano non interessare il mondo cinematografico (lo stesso Chandler per un periodo lavorò come sceneggiatore alla Paramount). E così l’investigatore privato Philip Marlowe è noto al grande pubblico per essere stato interpretato da Humphrey Bogart nella versione cinematografica di Il grande sonno per la regia di Howard Hawks, mentre dal romanzo Addio mia amata sono stati tratti  i film L’ombra del passato (1944),  interpretato da Dick Powell, e Marlowe, il poliziotto privato (1975), con Robert Mitchum e Charlotte Rampling.

Il lungo addio, racconto di un’amicizia virile, è considerato il suo romanzo più tragico, quello che maggiormente richiama la complicata esistenza dell’autore segnata dall’alcolismo. L’abuso di alcool è l’elemento che accomuna i tre personaggi protagonisti: il detective Marlowe, Terry Lennox, principale indiziato del primo caso assegnatogli, e Roger Wade, scrittore violento che non riesce a completare la sua ultima opera.
Anche di questo romanzo esiste una versione cinematografica del 1973 del regista Robert Altman, con Elliott Gould nel ruolo di Philip Marlowe, Sterling Hayden nei panni di Roger Wade e Jim Bouton nel ruolo di Terry Lennox.

Questi e altri romanzi di Chandler sono disponibili in download su MediaLibrary, qui la lista dei sistemi bibliotecari aderenti, inoltre nella sezione open è disponibile una raccolta dei suoi romanzi in lingua originale che comprende The lady in the lake, Farewell my lovely, The high window, The big sleep.

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