L’America sotto esame: Ray Bradbury e la fantascienza reale

Quando si parla di Ray Bradbury e del genere fantascientifico americano non si può non fare riferimento ai suoi due capolavori per i quali è noto in tutto il mondo: Fahrenheit 451 e Cronache marziane. L’elogio alla lettura e alla riflessione critica del primo e la messa a nudo della paure della società americana degli anni Cinquanta hanno valore ancora oggi in una società dominata dalla postverità e da una fiducia assoluta nella tecnologia digitale.

Bradbury, però, non è stato solo questo.

È stato anche uno scrittore prolifico che si è cimentato con diversi generi, dal poliziesco al noir. Tra le opere più interessanti vogliamo segnalare l’antologia di racconti Viaggiatore del tempo edito da Mondadori nel 2003. Il volume comprende ventitré storie che spaziano dalla fantasia distopica, con una riflessione sulla potenza delle notizie false e su come sia estremamente facile lasciarsi ingannare e manipolare, alle atmosfere oniriche e di terrore, quasi alla Edgar Allan Poe, da cui certamente è stato influenzato. Centrali in questi racconti sono senza dubbio l’uomo e le sue contraddizioni, i suoi sentimenti, che spaziano dall’amore alla paura, i suoi sogni. Un inno all’umanità e alla sua fragilità dispiegato in piccole storie di vita quotidiana che riflettono ipocrisie, nevrosi, emozioni della società americana ma che non possono non ripercuotersi sulla nostra, alle prese con nuovi problemi ma sempre alla ricerca di emozioni che rendono la vita vera.

In questi racconti il romanziere statunitense dà un un piccolo esempio della sua capacità di raccontare la realtà accompagnando il lettore in una serie di viaggi attraverso mondi astratti che non possono non lasciare spiazzati ma che, allo stesso tempo, non si possono non fare nostri in quanto specchio della nostra dimensione umana.

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Buona lettura!