Si sente sempre più spesso parlare di fake news, ma cosa sono esattamente e come possiamo difenderci?
Il termine inglese “fake news”, in Italiano notizia falsa o bufala, indica articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici nel deliberato intento di disinformare o diffondere bufale attraverso i mezzi di informazione tradizionali o via Internet, per mezzo dei media sociali. Le notizie false sono scritte e pubblicate con l’intento di attrarre il lettore o indurlo in errore al fine di ottenere finanziariamente o politicamente – spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi – la sua attenzione. Fonte: Wikipedia
Le fake news, dunque, distorcono la nostra percezione della realtà attraverso la manipolazione delle informazioni e non sono certo un fenomeno nuovo: si racconta ad esempio che già ai tempi di Napoleone si registrarono le prime “bufale”, solo che con la diffusione dei social la loro circolazione si è ampliata inevitabilmente.
Se incontrando una notizia online voleste verificare rapidamente se si tratta di una bufala ed eventualmente smascherarla esistono blog “specializzati”. Citiamo, ad esempio, Butac – Un tanto al chilo che si occupa della lotta alla falsa informazione con post attuali e in continuo aggiornamento, fra i quali è facile trovare l’eventuale smentita delle notizie che vi insospettiscono. Visto che uno dei primi criteri per verificare la veridicità di una dichiarazione o di un’informazione è accertarsi dell’attendibilità della fonte, anche la blacklist di Butac può tornare utile. Raccoglie (e permette di ricercare) tutti i siti italiani di disinformazione, pseudogiornalismo, pseudoscienza o pseudomedicina oltre che di notizie false e se la vostra notizia proviene da uno di essi di certo c’è poco da fidarsi.
Tra le risorse Open di MLOL invece vi segnaliamo Il disinformatico, un podcast del blogger Paolo Attivissimo che da anni sulla rete 3 della Radio Svizzera Italiana offre “consigli, avvisi e trucchi per vivere indenni i rischi del web e delle tecnologie informatiche” impegnandosi anche a scovare fake news, bufale e leggende metropolitane. Un ascolto utile per capire come queste notizie nascano e si diffondano.
Su MLOL, negli Ebook in download, sono presenti diverse letture che aiutano ad approfondire e a meglio comprendere il fenomeno. Ve ne segnaliamo alcune.
Il falso e il vero di Gabriela Jacomella spiega cosa sono le fake news, un termine a rischio di semplificazione eccessiva dato che include sia informazioni false, completamente inventate, che notizie distorte con un uso parziale dei dati, ma anche creazioni satiriche che hanno il pregio di farci aprire gli occhi sulla nostra creduloneria. Prosegue spiegandoci come funzionano: giocando sulle nostre emozioni più viscerali generano click che attirano le inserzioni pubblicitarie e fanno guadagnare il gestore del sito che le ospita. Provocando la nostra rabbia abbassano il nostro senso critico e ci inducono a condividere senza riflettere, soprattutto se esprimono concetti o idee in cui già crediamo. Infine dà alcuni suggerimenti per evitarle e offre un un decalogo molto semplice per smascherare le bufale in circolazione sui nostri social. La rete rappresenta un oceano sterminato di contenuti e informazioni a disposizione di tutti noi ed è perciò una ricchezza immensa. Però è fondamentale che tutti imparino a navigare su rotte sicure, diventando cittadini indipendenti, responsabili, critici grazie alla conoscenza dei rischi di uno strumento che ormai fa parte del nostro quotidiano.
In #iocredoallesirene, come vivere (e bene!) in un mare di fake news, Andrea Fontana analizza il fenomeno da una prospettiva nuova e originale, si chiede infatti: “e se fossero i nostri cervelli a essere fake?”
Di fatto ribalta le teorie e l’attuale dibattito sulle fake news che tende a considerarle esclusivamente falsità cui si legano processi di manipolazione della conoscenza. L’autore invece ritiene che non si tratti tanto di informazioni false quanto di informazioni falsate da una serie di processi di cui siamo sia protagonisti che vittime. Per riuscire a difenderci è allora necessario capire come funziona la comunicazione sui social, dove tutto quello che viene postato (anche la foto del panorama che abbiamo appena visto) è in realtà un artefatto, un’elaborazione artificiale dell’informazione di base in sé non necessariamente negativa. Sui social, in assenza di fattualità (e di fonti), e per via della conseguente impossibilità di verificare la verità delle notizie, si tende a radicalizzarsi e a ricercare solo informazioni in cui si crede già. Le false notizie perciò non sarebbero solo sinonimo di imbroglio, ma anche sintomo di una serie di ansie legate alla nostra contemporaneità, sempre più caratterizzata da una vita online. Per vivere bene in questa nuova dimensione comunicativa è fondamentale quindi sviluppare competenze “in cui la contro-fattualità diventi pratica di vita online e offline, oltre il dilemma del vero-finto”.
Far Web. Odio, bufale, bullismo. Il lato oscuro dei social di Matteo Grandi – giornalista e autore tv che conosce molto bene le dinamiche della comunicazione online – è una disamina puntuale di uno dei peggiori fenomeni del web strettamente legato a quello delle false notizie: l’incitamento all’odio noto come hate speech. Nel suo libro, Grandi descrive internet come un luogo dove tutto è legittimo e dove si può dire e fare tutto ciò che si vuole senza regole: un far web appunto. Uno spazio dove i social da piazze si trasformano in arene, dove le aggressioni verbali e gli insulti sono all’ordine del giorno, dove i nostri atteggiamenti più primitivi e triviali – “l’insulto è insito nella natura umana” afferma l’autore – non incontrano barriere che li contengano. Ma è anche convinto che quello dell’odio online sia più un problema sociale che dei social. Che fare allora? Sono le piattaforme social a doversi dotare di strumenti di tutela? L’autore ci invita a riflettere su quelle che potrebbero essere le ricadute negative sulla libertà di espressione di alcune delle possibili e auspicate soluzioni: le limitazioni all’odio potrebbero di fatto compromettere l’intera comunicazione online.
Una risposta efficace agli haters, a coloro che incitano all’odio, invece, potrebbe venire proprio dagli utenti della rete (come dimostrano i controlli degli utenti di Wikipedia sulle pagine con informazioni errate, ad esempio), da coloro che haters non sono. In questo modo “veleno e antidoto” – suggerisce Grandi – sarebbero “veicolati dal medesimo trasmettitore: l’utenza attiva”.
Questi ed altri ebook sull’argomento (sono raccolti in una lista MLOL) sono disponibili in download per 14 giorni su MediaLibrary, qui la lista dei sistemi bibliotecari aderenti; a chi non disponesse del servizio di prestito digitale o volesse leggere più ebook al mese, ricordiamo invece che è disponibile il servizio premium MLOL Plus.