The road to the Olympics, leads to no city, no country. It goes far beyond New York or Moscow, ancient Greece or Nazi Germany. The road to the Olympics leads — in the end — to the best within us.
Ieri, 12 settembre, è caduto l’anniversario della nascita di Jesse Owens, atleta statunitense morto nel 1980 famoso soprattutto per aver partecipato alle Olimpiadi di Berlino nel 1936, dove riuscì – uno fra i pochi atleti di colore presenti – a vincere quattro medaglie d’oro (per i 100 metri, il il salto in lungo, i 200 metri e la staffetta). Il record restò ineguagliato fino al 1984, quando Carl Lewis riuscì a fare lo stesso a Los Angeles.
Owens, minore di dieci fratelli e figlio della Grande Depressione, sfuggì al destino di povertà e piccoli lavori manuali tipico delle persone di colore della sua epoca quando a scuola fu notato per le sue capacità atletiche. Iniziò da qui qui una carriera che lo portò a conquistare diversi titoli prima di approdare nella Berlino nazista per la prima Olimpiade “moderna” documentata da telecamere e fotografi e di cui restano perciò diverse immagini (non a caso, era stato il ministro della propaganda Goebbels a insistere con Hitler affinché i giochi venissero realizzati in Germania sfruttandone il potenziale comunicativo).
Inevitabilmente, Owens finì anche per rappresentare lo stato di segregazione della popolazione nera d’America. Resta famoso, ad esempio, il suo ricordo di come non fu Hitler a rifiutarsi di salutarlo dopo la vittoria, bensì il presidente degli Stati Uniti Roosevelt a negargli un appuntamento presso la Casa Bianca al suo ritorno a casa. Per essere premiato con la Medaglia presidenziale della libertà dovette attendere il 1976, quando l’allora presidente Ford lo descrisse con queste parole:
Owens ha superato le barriere del razzismo, della segregazione e del bigottismo mostrando al mondo che un afro-americano appartiene al mondo dell’atletica.
È possibile vedere una breve intervista a Owens grazie alle Teche Rai, che trovate fra le risorse video MLOL ad accesso libero. Intervistato da Gianni Bisiach per il programma Fisiologia dei campioni. Inchiesta sugli aspetti medici dei primati sportivi, un Owens non più giovanissimo presente a Roma in occasione dei giochi olimpici del 1960 ci parla di primati, cure mediche, allenamenti, e di come lo sport sia profondamente mutato dai tempi in cui gareggiava in prima persona. Le riprese di alcuni momenti delle gare con cui vinse le medaglie di Berlino completano questo breve video che ci pare un buon modo per celebrare anche le Olimpiadi appena terminate e che – come accade a ogni loro edizione – hanno entusiasmato il pubblico di tutto il mondo.
Molti altri spezzoni di trasmissioni RAI riguardanti la storia dello sport sono disponibili sul sito di Rai Teche. Diversi sono inoltre gli ebook a tema sportivo disponibili per il download gratuito da MLOL: per individuarli, seguite le istruzioni che trovate qui o digitate direttamente il nome del vostro sport preferito nella casella di ricerca.