Dall’Iran, l’antica Persia, arrivano molti autori contemporanei poco conosciuti, perché fuori dal circuito europeo mainstream, eppure di qualità (e una discreta fama di nicchia). Autori come questi, che nascono in angoli ai margini del mondo, sono più difficili da intercettare nelle proprie passeggiate di lettura, ma a volte un’intuizione editoriale azzeccata o stringenti fatti di cronaca li portano prepotentemente alla ribalta. Per un attimo, ad esempio, la vicenda delle statue impacchettate durante la visita del presidente iraniano in Italia nel gennaio 2016, ha ricordato a tutti l’esistenza di una nazione che il cliché vuole composta al 80% da petrolio e la restante parte da tappeti persiani e donne velate.
Più dei tg e delle notizie dai social, la letteratura, invece, ha spesso il dono di aprire al lettore uno scorcio autentico, concreto ed originale sulla vita in una realtà distinta, geograficamente e culturalmente, rispetto al proprio contesto di appartenenza. In particolare, vale la pena soffermarsi sulle penne femminili del panorama iraniano.
Moltissimi conoscono o hanno sentito parlare di Marjane Satrapi per la sua graphic novel Persopolis, poi trasformata magistralmente in film d’animazione, così come Pollo alle Prugne, che si è aggiudicato il premio Angouleme (l’Oscar del fumetto) nel 2004 per la sua trama costellata di indizi sotto forma di flash back e flash forward. Allo stesso modo, il nome di Azar Nafisi si è imposto all’attenzione del mondo quando la scrittrice iraniana ora residente negli USA ha rinverdito l’immenso potere eversivo di Nabokov con il suo Leggere Lolita a Teheran.
Ma, accanto a loro, c’è molto altro da scoprire.
Sahar Delijani trasporta il lettore attorno ad un albero di Jacaranda, la cui prodigiosa fioritura viola assiste alle discussioni, agli scherzi, alle scelte di un gruppo di donne durante la transizione dal potere dello Shah al regime dell’ayatollah Khomeini, nel 1979. L’albero dai fiori viola è un romanzo per bambini scritto da chi bambina lo è stata in un momento storico di protesta politica, sopraffazione e clandestinità: come una delle protagoniste del libro, Sahar è nata nel 1983 nella prigione di Evin, a Teheran, dove la madre è stata incarcerata per aver difeso l’idea di una società laica e moderna. Popolano il racconto donne e uomini dotati di coraggio, umorismo e urgenza di mantenere viva la memoria delle loro storie uniche e quotidianamente eroiche.
I cinquant’anni dal regime dello Shah alla dittatura islamica fanno da sfondo anche a Quello che mi spetta di Parinoush Saniee, grande studiosa del medioriente che, con questo romanzo messo al bando in Iran dopo quattordici ristampe, punta il dito soprattutto sul meccanismo subdolo dell’interiorizzazione della sottomissione da parte delle donne iraniane nei confronti dei loro padri, fratelli e mariti.
In Iran è nata e cresciuta anche Siba Shakib, che prima di essere scrittrice e documentarista ha intervistato per la televisione Miles Davis, Tina Turner e Mick Jagger: il suo Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere sposta il focus sullo stato confinante con quello iraniano, lacerato prima dal dominio russo e poi dall’insensata furia talebana. Ancora una volta i rumori di fondo delle sopraffazioni; ancora una volta l’eco delle poesie antiche; ancora una volta la caparbietà di una donna, la protagonista, che non si arrende al presente.
L’albero dai fiori viola (Rizzoli), Quello che mi spetta (Garzanti) e Afghanistan, dove Dio viene solo per piangere (Piemme) sono disponibili al download su MediaLibraryOnLine, qui l’elenco dei sistemi bibliotecari aderenti. Ricordate inoltre che per chi non disponesse del servizio di MLOL o volesse leggere più ebook al mese esiste il servizio freemium MLOL Plus.